Ensalada Mistica

Progetto: Paolo Fresu Quintet con Gianluigi Trovesi
Etichetta: Splasc(h)
Anno: 1994

Dieci anni, nella quasi centenaria e densissima storia del jazz, sono un lasso di tempo di portata storica. Invece, misurati sugli avvenimenti del più giovane jazz europeo, sono (quasi) cronaca dell’altro ieri. Eppure qualcosa di storico copre la durata di un decennio jazz italiano, ed è il gruppo di Paolo Fresu, nato come quintetto nel 1984 e che oggi, ampliato a sestetto, festeggia i dieci anni di vita.
Un traguardo che,se per un gruppo jazz è già di per sé qualcosa di eccezionale, per un gruppo italiano è un evento di cui si coglie la portata solo se ci fermiamo per un momento a rifletterci su. Paolo Fresu celebra l’evento con un disco in cui ha voluto raccogliere tutte le suggestioni di cui si è arricchito il gruppo durante la sua lunga vita.
Ma quest’opera è molto più di un diario o di una panoramica riassuntiva: 'Ensalada Mistica' è il punto di più alta maturazione raggiunto da Fresu nel suo itinerario di trombettista e compositore.
Fino a tre anni fa consideravamo il quintetto di Paolo Fresu come l’insieme più brillante (e più simpatico) del jazz italiano, un gruppo di eccellenti improvvisatori, fantasiosi e affiatati. Poi, nel 1991, il quintetto si è arricchito di un partner prezioso, Gianluigi Trovasi, che, con i suoi sax e clarinetti e forse anche con il suo prestigio, ha conferito alla musica una profondità, una tridimensionalità sonora prima sconosciute.
Da quel momento l’attività compositiva di Fresu e compagni ha conosciuto un’impennata qualitativa e quantitativa: Ossi di seppia ne è la dimostrazione lampante. Oggi 'Ensalada Mistica' approfondisce e amplia il discorso cominciato con il disco precedente.
Il tratto distintivo è ancora una sorprendente, sciolta varietà di situazioni espressive, che qui si allarga ad un raggio ancora più ampio: si passa dal terreno degli ostinati e delle oblique variazioni ritmiche ai trii di fiati a cappella di sapore contemporaneo, dalla parafrasi di due note composizioni di Monk e Mingus in un pezzo solo alla contabilità delle ballad e dei tempi medi.
Il tango 'Fellini', dalla struttura circolare, ha una qualità melodica e armonica che, scommettiamo?, lo imporrà come un 'Italian standard'.
E non basta, perché anche gli altri amici contribuiscono a rendere ancora più variegato il repertorio: Zanchi con 'Waltz For Us', tutto intriso del delicato tema conduttore, Tracanna con il dinamico, monkiano 'Monkeys', Cipelli con la dolce canzone 'Market Square'.
Ma l’ascoltatore non si faccia ingannare: la multiforme policromia di cui è composto questo disco-mosaico è destinata, dal vivo, a mutare profilo: gli assoli si allungano (o si accorciano!), gli equilibri tra gli strumentisti possono capovolgersi, i ritmi e i colori gettati in campo da Fioravanti stravolgere le prospettive, il respiro dei pezzi assumere vastità insospettate.
Lo stesso Fresu ci offre, con le due diverse versioni di 'Fellini', un assaggio di come possa trasformarsi la sua musica. Anche Variazione1, che qui è risolto in un dialogo del trombettista con sé stesso, ha in realtà una struttura aperta che, quando si vuole, può portare fino all’improvvisazione free. Ogni sospetto di eclettismo si dissolve nella maturità della scrittura di Fresu, che è sostanzialmente semplice, diretta.
Ma, e qui sta il segreto, è aperta all’incontro con sei splendidi solisti che trasformano quella traccia su carta in una musica in cui fanno crescere le proprie storie, i propri incontri con gli amici, in cui riversano le proprie esperienze.
Allora si comprende come e perché cinque persone, ora sei, possano suonare insieme per tanti anni senza stancarsi un attimo, perché Paolo Fresu è diventato un compositore, un solista, e un organizzatore musicale così abile e, dulcis in fundo, perché questo gruppo ha tanto successo.
Sono passati dieci anni e molte risposte sono contenute in questo disco. Ascoltate e,credetemi, siamo solo all’inizio.
Stefano Zenni

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